Questi titoli ti sorprendono?
Anche a noi. Ma è così che le atlete vengono costantemente rappresentate dai media.
Il problema
Stereotipi e Pregiudizi
I media spesso perpetuano stereotipi di genere tradizionali, ritraendo le atlete donne in modi che enfatizzano il loro aspetto piuttosto che le loro capacità atletiche. Questo può rafforzare nozioni obsolete di femminilità e mascolinità.
Mancanza di Copertura
Lo sport femminile riceve una copertura mediatica significativamente inferiore rispetto a quello maschile. Questa sottorappresentazione può portare a meno opportunità di riconoscimento e supporto.
Sensazionalismo
La narrazione dello sport femminile tende a concentrarsi su aspetti non pertinenti alla performance atletica,
come l’aspetto fisico o la vita privata, distogliendo l’attenzione dalle reali capacità tecniche e dai risultati sportivi.
Narrative Limitate
Le narrative presentate nei media sportivi si concentrano frequentemente su esperienze dominate dagli uomini, utilizzando questi come metro di paragone. Questo approccio non riconosce il valore autonomo dello sport femminile e delle sue protagoniste.
Linguaggio e Rappresentazione
Il linguaggio utilizzato nel racconto dello sport femminile spesso infantilizza le atlete o le caratterizza principalmente attraverso aspetti non sportivi, mentre la rappresentazione visiva si focalizza sul corpo in modo non pertinente all’azione tecnica. Questi approcci distolgono l’attenzione dalle reali capacità, svilendo la dimensione atletica.
Crediamo che sia necessario uno sforzo consapevole all’interno dei media sportivi per:
• Promuovere una copertura equa, dove gli eventi sportivi femminili ricevano lo stesso spazio e la stessa qualità tecnica di produzione di quelli maschili.
• Valorizzare i risultati atletici e le storie personali delle atlete, abbandonando la tendenza a concentrarsi su aspetti non pertinenti alla performance sportiva.
• Utilizzare un linguaggio professionale che riconosca e rispetti le atlete principalmente per le loro capacità tecniche e i risultati agonistici.
• Garantire una rappresentazione visiva rispettosa, con immagini che celebrino il gesto atletico e la performance sportiva, evitando inquadrature inappropriate che oggettivano il corpo delle atlete.
• Creare un movimento sostenibile nel giornalismo che promuova una copertura equa attraverso linee guida concrete e buone pratiche.
• Gestire responsabilmente gli spazi di commento online, garantendo un ambiente sicuro e rispettoso dove il dibattito si concentri sugli aspetti tecnici e sportivi, eliminando ogni forma di sessismo e discriminazione.
Riconoscimento professionale e legittimità
01
Ruoli professionali
Il linguaggio spesso minimizza
la professionalità delle atlete.
Va riconosciuto il loro ruolo
senza riduzioni a stereotipi.
02
Nomi e cognomi
Usare solo il nome o l’articolo
davanti al cognome sminuisce
l’autorevolezza delle atlete.
03
Titoli e appellativi
stereotipati
Espressioni come “regina” o
“principessa” infantilizzano e
distolgono l’attenzione dalle
competenze sportive.
04
Linguaggio di genere
Ruoli, titoli e qualifiche devono essere declinati al femminile per garantire equo riconoscimento.
Linguaggio e rappresentazione
05
Terminologia tecnica
appropriata
Il lessico tecnico dello sport non ha
genere e gli stessi termini vanno
utilizzati per descrivere azioni e
situazioni di gioco,
06
Stereotipi di femminilità
Non va suggerita un’incompatibilità
‘naturale’ tra femminilità e prestazione
atletica.
07
Sessualizzazione
Focalizzarsi eccessivamente sull’aspetto
fisico delle atlete e in chiave estetica o
sessualizzante sminuisce la loro
professionalità.
Narrazione e tono comunicativo
08
Infantilizzazione
Il linguaggio spesso minimizza
la professionalità delle atlete.
Va riconosciuto il loro ruolo
senza riduzioni a stereotipi.
09
Narrazione delle
emozioni e degli
insuccessi
L’enfasi sull’emotività rafforza
stereotipi di fragilità femminile
e distoglie l’attenzione dalle
reali capacità atletiche e
professionali delle sportive.
10
Vita privata
può essere citati solo se
rilevanti per la cronaca
sportiva.
11
Dettagli non
sportivi
nel contesto della cronaca e
del giornalismo sportivo,
argomenti non rilevanti come
abbigliamento e vita
personale non devono
oscurare la dimensione
agonistica.
Paragoni e standard di riferimento
12
Comparazioni
improprie
Confrontare costantemente le
atlete con gli uomini diffonde
l’idea che lo sport maschile
sia il “metro di misura”
universale.
13
Barriere e
progresso
Presentare ogni successo
come una “prima volta”
enfatizza gli ostacoli che le
atlete incontrano anziché i
loro meriti sportivi.
14
Cancellazione dei
successi femminili
Minimizzare o omettere i
risultati delle atlete perpetua
una discriminazione sistemica
nella storia dello sport.
15
Performance vs
aspettativa
Narrare i successi femminili
come “sorprendenti”
minimizza implicitamente la
preparazione professionale,
l’impegno e il talento delle
sportive impegnate in un
percorso atletico
professionale.
Normalizzazione dello sport femminile
16
Ruoli e titoli sportivi
Devono essere declinati al femminile
17
Eccezionalità vs
normalità
Il successo delle atlete va trattato come
naturale risultato di un percorso
professionale, quindi raggiungibile, e
non come straordinario.
18
Gender marking
Specificare il genere solo nello sport
femminile rafforza l’idea che quello
maschile sia la norma.
La campagna è promossa da FORMA.Azione con il contributo creativo di Ella Marciello, a partire da Media4FairPlay, un’idea presentata al Civic Hackathon tenutosi a settembre 2024 da: Lea Samain-Raimbault, Souzana Maria Serveta, Monika Simeonova, Veselka Stoyanova, e Alina Medoia. Progetto GenderED Coalition — CREA-CROSS-2023-MEDIALITERACY – nr. 101136124.
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