Media4FairPlay

Dai un'occhiata a questi!

Questi titoli ti sorprendono?

Anche a noi. Ma è così che le atlete vengono costantemente rappresentate dai media.

La nostra
missione

Media for Fair Play chiede a giornalisti e giornaliste, editori e professioniste dei media di cambiare la narrazione, abbandonando il punto di vista stereotipato e discriminatorio, per adottare una prospettiva più rispettosa, equa e professionale. Le atlete meritano di avere spazio e di far conoscere le loro storie in modo dignitoso.

mission

Il problema

Stereotipi e Pregiudizi

I media spesso perpetuano stereotipi di genere tradizionali, ritraendo le atlete donne in modi che enfatizzano il loro aspetto piuttosto che le loro capacità atletiche. Questo può rafforzare nozioni obsolete di femminilità e mascolinità.

Mancanza di Copertura

Lo sport femminile riceve una copertura mediatica significativamente inferiore rispetto a quello maschile. Questa sottorappresentazione può portare a meno opportunità di riconoscimento e supporto.

Sensazionalismo

La narrazione dello sport femminile tende a concentrarsi su aspetti non pertinenti alla performance atletica,
come l’aspetto fisico o la vita privata, distogliendo l’attenzione dalle reali capacità tecniche e dai risultati sportivi.

Narrative Limitate

Le narrative presentate nei media sportivi si concentrano frequentemente su esperienze dominate dagli uomini, utilizzando questi come metro di paragone. Questo approccio non riconosce il valore autonomo dello sport femminile e delle sue protagoniste.

Linguaggio e Rappresentazione

Il linguaggio utilizzato nel racconto dello sport femminile spesso infantilizza le atlete o le caratterizza principalmente attraverso aspetti non sportivi, mentre la rappresentazione visiva si focalizza sul corpo in modo non pertinente all’azione tecnica. Questi approcci distolgono l’attenzione dalle reali capacità, svilendo la dimensione atletica.

problema

Cos'è
Media for
Fair Play?

Media for Fair Play è una campagna promossa all’interno del progetto europeo GenderED coalition, che mira a trasformare radicalmente il modo in cui i media rappresentano lo sport femminile. La rappresentazione mediatica influenza profondamente l’identità e la percezione delle atlete, troppo spesso rinforzando stereotipi e pregiudizi culturali.

Crediamo che sia necessario uno sforzo consapevole all’interno dei media sportivi per:

• Promuovere una copertura equa, dove gli eventi sportivi femminili ricevano lo stesso spazio e la stessa qualità tecnica di produzione di quelli maschili.

• Valorizzare i risultati atletici e le storie personali delle atlete, abbandonando la tendenza a concentrarsi su aspetti non pertinenti alla performance sportiva.

• Utilizzare un linguaggio professionale che riconosca e rispetti le atlete principalmente per le loro capacità tecniche e i risultati agonistici.

• Garantire una rappresentazione visiva rispettosa, con immagini che celebrino il gesto atletico e la performance sportiva, evitando inquadrature inappropriate che oggettivano il corpo delle atlete.

• Creare un movimento sostenibile nel giornalismo che promuova una copertura equa attraverso linee guida concrete e buone pratiche.

• Gestire responsabilmente gli spazi di commento online, garantendo un ambiente sicuro e rispettoso dove il dibattito si concentri sugli aspetti tecnici e sportivi, eliminando ogni forma di sessismo e discriminazione.

about

Partiamo dal linguaggio

La scelta delle parole non è mai neutra. Un linguaggio professionale contribuisce a costruire una narrazione rispettosa dello sport femminile, valorizzando la dimensione tecnica e agonistica.

Riconoscimento professionale e legittimità

01

Ruoli professionali

Il linguaggio spesso minimizza
la professionalità delle atlete.
Va riconosciuto il loro ruolo
senza riduzioni a stereotipi.

02

Nomi e cognomi

Usare solo il nome o l’articolo
davanti al cognome sminuisce
l’autorevolezza delle atlete.

03

Titoli e appellativi
stereotipati

Espressioni come “regina” o
“principessa” infantilizzano e
distolgono l’attenzione dalle
competenze sportive.

04

Linguaggio di genere

Ruoli, titoli e qualifiche devono essere declinati al femminile per garantire equo riconoscimento.

Linguaggio e rappresentazione

05

Terminologia tecnica
appropriata

Il lessico tecnico dello sport non ha
genere e gli stessi termini vanno
utilizzati per descrivere azioni e
situazioni di gioco,

06

Stereotipi di femminilità

Non va suggerita un’incompatibilità
‘naturale’ tra femminilità e prestazione
atletica.

07

Sessualizzazione

Focalizzarsi eccessivamente sull’aspetto
fisico delle atlete e in chiave estetica o
sessualizzante sminuisce la loro
professionalità.

Narrazione e tono comunicativo

08

Infantilizzazione

Il linguaggio spesso minimizza
la professionalità delle atlete.
Va riconosciuto il loro ruolo
senza riduzioni a stereotipi.

09

Narrazione delle
emozioni e degli
insuccessi

L’enfasi sull’emotività rafforza
stereotipi di fragilità femminile
e distoglie l’attenzione dalle
reali capacità atletiche e
professionali delle sportive.

10

Vita privata

può essere citati solo se
rilevanti per la cronaca
sportiva.

11

Dettagli non
sportivi

nel contesto della cronaca e
del giornalismo sportivo,
argomenti non rilevanti come
abbigliamento e vita
personale non devono
oscurare la dimensione
agonistica.

Paragoni e standard di riferimento

12

Comparazioni
improprie

Confrontare costantemente le
atlete con gli uomini diffonde
l’idea che lo sport maschile
sia il “metro di misura”
universale.

13

Barriere e
progresso

Presentare ogni successo
come una “prima volta”
enfatizza gli ostacoli che le
atlete incontrano anziché i
loro meriti sportivi.

14

Cancellazione dei
successi femminili

Minimizzare o omettere i
risultati delle atlete perpetua
una discriminazione sistemica
nella storia dello sport.

15

Performance vs
aspettativa

Narrare i successi femminili
come “sorprendenti”
minimizza implicitamente la
preparazione professionale,
l’impegno e il talento delle
sportive impegnate in un
percorso atletico
professionale.

Normalizzazione dello sport femminile

16

Ruoli e titoli sportivi

Devono essere declinati al femminile

17

Eccezionalità vs
normalità

Il successo delle atlete va trattato come
naturale risultato di un percorso
professionale, quindi raggiungibile, e
non come straordinario.

18

Gender marking

Specificare il genere solo nello sport
femminile rafforza l’idea che quello
maschile sia la norma.

regole

Vademecum

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    vademecum

    La campagna è promossa da FORMA.Azione con il contributo creativo di Ella Marciello, a partire da Media4FairPlay, un’idea presentata al Civic Hackathon tenutosi a settembre 2024 da: Lea Samain-Raimbault, Souzana Maria Serveta, Monika Simeonova, Veselka Stoyanova, e Alina Medoia. Progetto GenderED Coalition — CREA-CROSS-2023-MEDIALITERACY – nr. 101136124.

    Finanziato dall’Unione europea. Le opinioni espresse appartengono, tuttavia, al solo o ai soli autori e non riflettono necessariamente le opinioni dell’Unione europea o dell’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura (EACEA). Né l’Unione europea né l’EACEA possono esserne ritenute responsabili.